CHI C'È
DIETRO
LE QUINTE

AB OU T

Non ci sono terre straniere.
È il viaggiatore a essere straniero in quelle terre

Robert Louis Stevenson

Fabiana Magrì

Founder & CEO
Beshushu

Potrei usare le parole «traslocare» e «viaggiare» come sinonimi per tracciare le geografie che compongono la mappa della mia storia.
Sarà per questo che non sento la necessità di chiamare un solo luogo «casa»:
perché di case amo averne molte.

Ho sempre dissimulato il desiderio di conoscere New York. Temevo la sofferenza di non scoprirla mai o di non esserne all’altezza. Quando si è presentata l’occasione, è stato un dono immenso: la settimana perfetta pochi giorni prima che il mondo piombasse nel primo estremo evento con impatto davvero globale del secondo millennio. Da Hudson Yards ho buttato lo sguardo in mare. E aspetto il giorno in cui andrò a riprenderlo. 

A Reykjavík sono capitata per caso, con lo sguardo ancora rivolto al mare ma in una stagione sotto la neve. In questa remota città ho scoperto che gli angoli più appartati del mondo sono tutt’altro che isolati. Reykjavík mi è entrata nelle narici, una mattina, complice il vento dal mare.

A Londra sono tornata periodicamente, a puntare lo sguardo dentro me stessa, in cerca di sfide. Nei miei ricordi resterà per sempre la città dove scambiai due chiacchiere con Brian Eno, su un marciapiede di Notting Hill: «Hey Brian, it’s Fabiana!». L’avevo conosciuto a Roma lavorando a una sua mostra.

A Genova sono nata, con lo sguardo rivolto al mare ma in un giorno di neve. Amo la città messa a nudo da Fabrizio De Andrè e quella lasciata intendere da Eugenio Montale. Di Genova ho assorbito l’«understatement», l’agilità nel camminare sugli scogli e l’attrazione per il colore verde bottiglia del mare.

A Roma sono finita più volte, mio malgrado. Con lo sguardo orfano di mare, ho vissuto la città in bilico tra fascino e disagio. è senz’altro la città in cui ho cambiato più volte casa. E anche pelle. 

Tel Aviv mi è stata offerta in dote. Sono approdata nella città più «cool» del Medio Oriente con incrollabile fiducia e lo sguardo nuovamente puntato sul mare. Poi è arrivata anche la neve, inattesa, nei giorni del mio matrimonio. Ho dedicato a questa città più parole e più immagini che a qualunque altro luogo. In cambio Tel Aviv mi ha consegnato Beshushu.

Conosciamoci meglio!

Sono una giornalista,
nomade digitale.
Il mio sesto senso è il viaggio

Sono nata nel 1977 a Genova, dove ho vissuto fino al termine degli studi universitari. Dopo un Erasmus di nove mesi – tra il 1998 e il 1999 – a Reykjavík, nel 2000 mi sono laureata in lettere moderne con una tesi in antropologia: «Islanda. Fotografia e Turismo».

Ho vissuto a Roma per una breve parentesi, nel 2001, ma nel 2002 sono tornata a Genova.
Ho iniziato a collaborare con Il Secolo XIX.

Nel 2003 sono entrata nella squadra che ha curato la comunicazione per Genova 2004 Capitale Europea della Cultura.
Nel 2004 ho preso il tesserino da giornalista pubblicista.

Dal 2006 al 2012 mi sono trasferita una seconda volta a Roma, per lavorare nella società Zètema Progetto Cultura, occupandomi di ufficio stampa per la rete dei musei civici della capitale e per gli eventi della città.

Dal 2012 vivo a Tel Aviv, lavorando «in between» tra Israele, Italia e il resto del mondo.